Le numbers stations

Per chi, come me, ha più di 30 anni un probabile ricordo della gioventù sono i walkie talkie, le ricetrasmittenti a onde corte che usavamo per parlare con un amico nelle vicinanze. Quando ero piccolo io anche quelle giocattolo erano in grado di intercettare le frequenze radio dei camionisti e dei radioamatori e non era raro che ascoltassi comunicazioni private e apparentemente incomprensibili.

Oggi le trasmissioni radio sono schermate, protette e ripulite dai disturbi; vengono incanalate in frequenze sempre più stabili ed è difficile che qualche segnale si introduca ad interrompere le trasmissioni; eppure a volte succede ancora. Tra i molti segnali radio in cui ancora oggi ci si può imbattere ci sono quelli delle “numbers stations”, ovvero emittenti che rilasciano strane sequenze di numeri e lettere pronunciate da una voce umana o robotica priva di tono.

Le numbers stations sono di tre grandi tipi:

– stazioni in fonia: sono le più frequenti e sono emittenti di numeri pronunciati da una voce o da un sintetizzatore vocale (quasi sempre femminile o di bambino);

– stazioni che trasmettono in codice Morse e che quindi richiedono un ulteriore passaggio nella decodificazione del segnale;

– “noise stations”, ovvero stazioni che trasmettono solo un apparente rumore, ma nel quale si sospetta ci sia un codice di trasmissione con messaggi complessi.

Per semplificare mi riferirò alle stazioni di fonia, ma il discorso si può benissimo allargare anche alle altre. Il mistero di fondo è lo scopo di queste trasmissioni: sicuramente vogliono trasmettere dei messaggi in codice, ma a chi? E perché?

Oggi le numbers stations sono diminuite drasticamente rispetto al secolo scorso, forse anche per il fatto che hanno attirato troppo l’attenzione e alcune trasmissioni sono state decodificate da amanti del genere; tuttavia ancora oggi si può notare come negli Stati Uniti le trasmissioni siano prevalentemente in lingua spagnola, mentre in Europa siano in tedesco, inglese e lingue slave. Inoltre oggi la voce che pronuncia i numeri e le lettere è pressochè sempre femminile e sintetizzata, mentre in passato erano usate voci reali di giovani ragazza o bambini.
Normalmente le sequenze di numeri, lettere e suoni sono a bassa frequenza e chiunque le ascolti ci torva nient’altro che messaggi apparentemente innocui e incomprensibili. Ecco, è proprio questo il fulcro della questione: si sa che le numbers stations trasmettano messaggi segreti, ma è quasi impossibile decifrarli e nella maggior parte dei casi rimangono intraducibili per chiunque non sia in possesso della chiave di traduzione.
Le numbers stations esistono fin dai tempi dell’invenzione della radio e, nonostante la tecnologia odierna (forse siamo in grado di localizzarle, ma probabilmente non vuol farlo) non si sa chi trasmetta e non si sa chi sia il destinatario.
Il compito delle stazioni è di trasmettere serie di numeri, lettere e suoni a frequenza regolare (a volte ogni ora addirittura); su di esse si possono fare molte ipotesi, ma la più accreditata è che servano per operazioni di spionaggio o comunicazioni tra grandi organizzazioni criminali.
Voci, ovviamente non confermate, dicono che in Europa e negli USA fossero molto utilizzate durante la Guerra Fredda e ciò propende per l’ipotesi di uso militare; anche dopo quel periodo però hanno continuato a funzionare in gran numero e solo verso la metà degli anni ’90 hanno iniziato a sparire.
Una domanda molto frequente che ci si pone è perché, nonostante il progresso nelle trasmissioni di dati, si continui da utilizzare delle onde corte così facili da intercettare dai radioamatori in tutto il mondo. La risposta è più semplice di quanto possa sembrare: le onde radio non necessitano di grosse spese per realizzare una stazione; inoltre, siccome sono in molti a cercare di risolvere l’arcano, le strutture sono facilmente spostabili per far perdere le tracce. C’è poi il fatto che la trasmissione del segnale è circolare e non direzionale come per le moderne tecnologie e ciò rende quasi impossibile intercettare la fonte del segnale e seguirne il percorso fino al destinatario.
Pensate che ad oggi risulta (e la notizia non è nemmeno confermata) una sola numbers station intercettata: si trovava all’interno di una base militare in Arizona. Sul perchè il segnale possa essere ascoltato da tutti ci sono due risposte: una, la più semplice, è che in ogni caso i messaggi sono codificati in maniera estremamente complessa (e quasi impossibile da decodificare); la seconde è che per non destare sospetti anche il ricevente deve essere dotato di strumenti semplici e poco rintracciabili (basta una radio ricevente acquistabile con pochi euro).
Tornando al meccanismo alla base delle numbers stations, le trasmissioni sono quasi sempre standard: il messaggio inizia con un “titolo”, spesso formato da una sola parola, un suono o una musica; successivamente vengono dichiarati il numero di gruppi di codice che saranno inviati e dunque la lunghezza del messaggio e poi a seguire viene finalmente trasmesso il messaggio. Spesso i messaggi vengono ripetuti più volte.
Si crede che le trasmissioni siano crittografate usando il “metodo di Vernam”, praticamente impossibile da decodificare: questo codice è lungo tanto quanto il messaggio stesso e viene usato una sola volta; durante la seconda guerra mondiale gli alleati riuscirono a tradurre alcuni messaggi dei tedeschi, ma solo perchè il qualcuno avevo impiegato qualche codice usato in precedenza o perchè qualche soldato era stato catturato avendo con sé la matrice di codifica.
Vi riporto brevemente un caso molto famoso riguardo le numbers stations.
Nel 1998 negli Stati Uniti fu avviata un’inchiesta da parte della corte federale che portò all’arresto della rete Wasp di spie cubane: la stazione cubana Atención fu il primo caso di una numbers station ufficialmente e pubblicamente accusata di spionaggio. Le spie trascrissero una trasmissione ricevuta da Atención usando un ricevitore portatile e la utilizzarono in un computer portatile per decifrare alcuni ordini. L’FBI fece irruzione in un appartamento dove si erano riunite alcune spie nel 1995 ed ebbero al fortuna di trovare il software di decifratura per i codici numerici della stazione. Il programma venne usato per la decodifica di alcuni messaggi usati dalle spie nel 1998.
Concludendo, le numbers stations, pur essendo diminuite in numero, ancora oggi trasmettono messaggi pressochè indecifrabili e dei quali non si consoce ne chi li invia ne chi li riceve: più mistero di così!

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere