La strega è una figura che ha sempre avuto un grande interesse storiografico, mitico, culturale e religioso.
Il termine strega indicava un soggetto mitologico di sesso femminile che si riteneva dotato di poteri magici. Dal punto di vista etimologico, il termine strega deriverebbe dal latino ‘strǐga’, che sarebbe la versione popolare di ‘strix-strigis’, cioè ‘uccello notturno’, il nome col quale in latino ci si riferiva ad un animale notturno che secondo la tradizione era vampiro o un’arpia. Il termine rimanda quindi alla natura notturna e misteriosa di questi esseri, che infatti nel passato erano percepiti come esseri malvagi, crudeli e senza scrupoli, che erano dotati di poteri magici che usavano ai danni di altre persone o per evocare demoni.
Con il passare del tempo, poi, il nome strega ha assunto un significato più ampio, quello di ‘esperta di magia’. Le streghe venivano poi individuate anche con altri nomi, a seconda della regione di riferimento; per esempio nell’epoca medievale, il termine latino per riferirsi alle streghe era ‘lamia’, mentre in varie regioni italiane venivano utilizzati nomi particolari che indicavano questi personaggi.

La figura della strega nella Storia

La figura della strega, che viene alla ribalta soprattutto durante il periodo della persecuzione, la c.d. ‘caccia alle streghe’, in realtà affonda le sue radici molto più in là nel tempo. Si ricorda che nella Bibbia si parla di una ‘strega di Endor’, mentre la leggenda ellenica riteneva che in Tessaglia, Grecia, vivessero delle streghe.
In Mesopotamia sappiamo dell’esistenza dei maghi sacerdoti, che utilizzavano la divinazione ed i riti magici, per guarire e per profetizzare.
In Egitto la magia veniva ritenuto il dono che il dio Ra aveva fatto agli uomini, dato che voleva che si difendessero dalle situazioni pericolose nella vita. Quindi la magia era un elemento importante per la religione, la politica e la cultura.
Nella Grecia antica si coniò il termine mago, da ‘magos’, che deriva dal persiano.
Essi erano coloro che si occupavano dei sacrifici, dei riti funebri, dell’arte della divinazione, dell’interpretazione dei sogni. Numerosi miti greci sono dedicati alle streghe: come la maga Circe, o Medea.

Probabilmente si faceva riferimento, usando questo nome, a delle donne che usavano le erbe per guarire. Ben presto la superstizione ebbe il sopravvento su queste figure di guaritrici. Esse si occupavano anche di curare le persone che non potevano permettersi un medico; per farlo, utilizzavano unguenti, urina, piante, ossa di animali, insomma pozioni ricavate dalla natura, che nella maggior parte dei casi non funzionavano. Esse erano considerate delle sante, se riuscivano a guarire le persone; ma laddove fallivano, venivano invece identificate come degli esseri crudeli.
Con l’avvento del Cristianesimo, si diffuse l’idea che le streghe erano in realtà adoratrici del demonio, che evocavano durante le loro sedute, i c.d. Sabba. Si iniziò a diffondere l’immagine della donna strega, considerata una vampira, colei che nottetempo si recava nelle case del popolo per succhiare il sangue dei bambini, per rapirli ed ucciderli.
La superstizione popolare identificava anche la strega con diversi animali; per esempio si riteneva che le streghe avessero il potere di trasformarsi in animali, fra cui il gatto, simbolo del demonio. Non era raro che vittime della follia collettiva finissero donne come curatrici, coloro che facevano nascere i bambini, le donne anziane, o anche le donne malate di mente.
Ogni persona che fosse diversa dal concetto di ‘normalità’, quindi, poteva essere identificata come una strega e come un essere da perseguitare.

La Caccia alle streghe

Queste idee sulle streghe e la superstizione che aleggiava sulle figure delle guaritrici ebbe il culmine nel 1326, quando Papa Giovanni XXII proclamò la bolla ‘“Super illius specula”, con la quale autorizzava alla condanna al rogo le streghe.
Per caccia alle streghe si intende un fenomeno storico, durante il quale si è sviluppata una persecuzione delle donne che venivano ritenute streghe, cioè in grado di compiere fatture, malefici, stregonerie, e che fossero in contatto con il diavolo. Anche se in alcuni casi sono stati condannati anche degli stregoni, nella maggior parte dei casi erano le donne l’obbiettivo dei persecutori.
Il fenomeno della caccia alle streghe comincia alla fine del XV secolo in Europa, sotto influsso della religione cristiana cattolica e protestante.
Uno dei testi più importanti sulle streghe è stato il Malleus Maleficarum, il ‘Martello del Diavolo’, un libro scritto dal teologo Johannes Nider sotto forma di dialogo dove veniva ribadita con certezza l’esistenza delle streghe ed i loro malefici.
Il 5 dicembre del 1484, il Papa Innocenzo VIII emanò una bolla, chiamata ‘Summis desiderante affectibus’, nella quale esprime la sua personale preoccupazione per il fenomeno della stregoneria che egli definisce dilagante, e quindi attribuisce potere di inquisizione a due frati tedeschi perché supervisionassero il fenomeno in Germania.
Cominciò così il terribile periodo della caccia alle streghe. I processi erano svolti di fronte all’Inquisizione, il tribunale della Chiesa. Erano sufficienti due testimonianze, ritenute attendibili, perché una donna potesse essere condannata.
La punizione poteva andare da una semplice penitenza alla prigionia alla morte sul rogo. Terribili torture venivano applicate alle donne sospettate, per farle confessare; ed ovviamente molte di loro confessavano le colpe mai commesse.
Basta poco per rendersi conto di come la caccia alle streghe potesse essere un’epurazione di tutte quelle donne malate di mente o di facili costumi, o di semplici nemiche. Poteva bastare l’essere colte mentre si raccoglievano erbe e fiori per essere denunciate, magari dalla vicina invidiosa.
Le confessioni estorte con la tortura raccontano storie incredibili, che andarono ad aumentare la superstizione: si credeva che le streghe ballassero durante il Sabba con il demonio, che facessero riti orgiastici, che cavalcassero scope e si tramutassero in animali.
In alcuni luoghi, come a Benevento in Italia o a Salem, negli USA, si riteneva che le pratiche della stregoneria fossero particolarmente radicate.
In realtà la confessione sulla stregoneria a Benevento fu strappata con la tortura ad una donna, mentre per quanto riguarda Salem, si ritiene che le donne che manifestavano segni di pazzia fossero quelle che consumavano la segale cornuta nel pane.
Fra il 1450 ed il 1550, solamente in Germania, si stima che 100mila donne finirono al rogo con l’accusa di essere delle streghe.
Vennero pubblicati anche dei testi nei quali si descriveva a quali torture sottoporre le streghe, che si riteneva che esse sarebbero state identificate dalle loro reazioni.
Nella follia collettiva, un solo testo fu controcorrente: quello di Molitor, De Lamiis et Pythonicis Mulieribus, che faceva mostra delle sue perplessità circa le confessioni delle presunte streghe, ottenute con la tortura.

La condanna al rogo non veniva però erogata dalla chiesa, come si crede, bensì dall’autorità civile sulla base della sentenza ecclesiastica.
Le torture e l’esecuzione tramite il rogo delle streghe veniva giustificato da una interpretazione particolare del versetto del vangelo di Giovanni, il 15,6, “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi viene raccolto per essere gettato via e bruciato”, e dell’Esodo, dove si leggeva, al capitolo 22 versetto 18, ‘Non lascerai vivere colei che pratica la magia’.
Furono in realtà poche le condanne a morte comminate dalla chiesa cattolica ma senza dubbio le bolle papali fomentarono le persecuzioni.
Ma accaniti fautori della caccia alle streghe, in Francia ed in Inghilterra, furono soprattutto laici: magistrati, politici, avvocati, scrittori, che dal nulla si proclamarono dotati di autorità e quindi in grado di cacciare le streghe.
La Chiesa organizzò il tribunale dell’Inquisizione per sopperire alle caccie alle streghe sommarie organizzate dal popolo, che nutriva una fobia ed una superstizione profonda nei confronti di questi soggetti. Le condanne a morte e le persecuzioni si fecero più intense nel corso di carestie, di pestilenze e calamità, perché si ritenevano responsabilità delle streghe. Infine, per tirare le somme della Caccia alle streghe, si parla circa di 110mila processi, che si sarebbero svolti soprattutto in Germania, Francia, Polonia, Svizzera, nelle isole britanniche, Italia, Spagna, Russia, e Paesi Scandinavi. La sentenza era la morte nel 55% dei casi, si stimò.
Vennero giustiziare moltissime persone, l’80% di sesso femminile, mentre in Russia, Islanda ed Estonia venivano condannati soprattutto uomini.
La caccia alle streghe si sviluppò in tre periodi: dal 1300 a metà del 1400, quindi dal 1435 alla metà del XVI secolo, ed infine il 1550 fino al 1650. L’ultima donna ad essere condannata a morte per stregoneria fu Anna Goeldi.
Nel 1563 Johann Wier, un medico olandese, fu il primo ad azzardare una connessione fra la malattia mentale e quel complesso di comportamenti che venivano ritenuti tipici delle streghe, iniziando così a scardinare la superstizione.
Verso il XVIII secolo cominciò a diffondersi un certo scetticismo nei confronti della credenza alle streghe; in molti cominciarono ad ipotizzare che fossero altre le spiegazioni che portavano a ritenere streghe le donne. Girolamo Tartarotti, nel suo libro, spiega la magia del diavolo ma ritiene che il Sabba fosse solamente un’elucubrazione mentale.
Si inizia a ritenere che le credenze attorno alle streghe fossero superstizione. E’ però solamente nell’Ottocento che la figura di queste donne, credute streghe, viene rielaborata e rivisitata.
Charles Leland con il suo ‘Il vangelo delle streghe’ dipinge questo fenomeno in una nuova chiave. Dopo di che, nel 1900, la figura della strega è stata rivalutata ed è stata alla base di nuove tradizioni religiose, come quella della Wicca o la religione neo-pagana.

Le motivazioni della caccia alle streghe

Sono state formulate numerose ipotesi sul perché di così violente persecuzioni nei confronti delle donne sospettate di essere streghe. Sicuramente è stato cavalcato l’odio e la paura del popolo, ma il problema sono le motivazioni razionali e profonde che hanno mosso questa persecuzione.
Si è ipotizzato che potesse esserci una motivazione economica dietro la caccia alle streghe, ma si tratta di un’ipotesi debole, dato che la maggior parte delle vittime erano persone cadute in disgrazia, malati di mente, o comunque nullatenenti. Un altro motivo potrebbe essere politico: volontà di accentramento del potere.
Più probabilmente il motivo fu che nel Quattrocento l’Europa venne profondamente scossa nella sua unità religiosa, e questo potrebbe aver scatenato la caccia al colpevole di tale scisma, identificato col demonio o con altre religioni; infatti dopo lo scisma protestante, si crearono moltissime sette religiose cristiane che non si conformavano alla chiesa.
La persecuzione poi cavalcò anche acrimonie personali; per esempio in alcune regioni dell’Inghilterra la caccia si scatenò soprattutto all’interno di famiglie e di relazioni di parentela e vicinato, verso coloro che venivano visti come responsabili della disgrazia di qualcuno, e solo in parte come adoratrici del demonio.

Iconografia, letteratura e arte delle streghe

Nell’immaginario tradizionale, la strega è una donna anziana e curva, che porta su di sé il peso del male. Anche nel rinascimento le streghe erano ritratte come donne anziane, anche se non mancavano, al contrario, ritratti di donne molto belle. Talora la strega veniva dipinta a fianco di un telaio, dove si riteneva tessessero il destino degli uomini.
Solitamente le donne vengono dipinte accompagnate da animali che venivano ritenuti di proprietà delle streghe, come il gatto, il rospo, il gufo, gli animali notturni, ed i topi.
Anche la letteratura ha colto a piene mani dal mito delle streghe e dalla loro figura, misteriosa ed affascinante. Moltissimi racconti e libri, del gotico o dell’orrore, ma anche storici, hanno ripercorso la storia della caccia alle streghe o della figura di questi soggetti.
Figure di streghe compaiono nel Macbeth di Shakespeare, proprio all’inizio dell’opera, ma anche nella letteratura greca (abbiamo già citato l’Odissea, con circe, e Medea). Senza contare poi l’universo del fantasy che da sempre utilizza e reinventa queste figure.
Anche il romanzo più famoso del grande autore russo Mikhail Bulgakov, ‘Il maestro e Margherita’, si incentra sula figura di una giovane donna che stringe un patto con Satana, per diventare una strega. Ovviamente il tema letterario della strega che ha coinvolto il mito di maghi e streghe è stato riadattato anche ai bambini, come avvenuto per Harry Potter. Il mito della strega, ora crudele essere demoniaco in salsa horror, ora invece dolce e simpatica ragazza è stato affrontato più volte anche dal cinema sia sotto forma di film che di soap opera destinati ad un pubblico più giovane, offrendo spunti sempre nuovi e mai banali di interpretazione del personaggio.